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Campi Flegrei


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Cosa sono i Campi Flegrei ?


I Campi Flegrei sono un'enorme caldera vulcanica, avente un diametro di circa 15 chilometri, situata nel golfo di Pozzuoli.


campi flegrei caldera
fonte: licenza shutterstock


I Campi Flegrei non possiedono un unico edificio vulcanico dalla forma conica come lo è ad esempio il Vesuvio ma sono costituti da numerosi crateri situati all'interno di una vasta depressione di forma circolare, detta appunto caldera vulcanica.


INDICE





L'origine del nome "Campi Flegrei"

Il curioso nome - "flegrei" - deriva dal greco e significa "brucio" poichè da sempre, sin da quando gli antichi Greci colonizzarono l'Italia meridionale, nell'area sono osservabili chiari fenomeni di natura vulcanica.

Addirittura a Pozzuoli il lago d'Averno, situato all'interno di un cratere vulcanico, nell'antichità era considerato da greci e romani come un luogo d'accesso agli inferi a causa dei gas vulcanici letali provenienti dalle acque del lago.




Tipologia di vulcano

I Campi Flegrei appartengono alla tipologia dei vulcani potassici, rari ma noti agli esperti per aver prodotto alcune tra le eruzioni vulcaniche più violenti della storia.
Non ne sono molti e alcuni esempi sono il Tambora, il Rabaul e il temutissimo Yellowstone.

Tali vulcani hanno la "tendenza" a eruttare in maniera talmente catastrofica da produrre una caldera vulcanica.
In realtà nell'area dei Campi Flegrei è possibile distinguere ben 2 caldere vulcaniche nidificate ovvero dove la più recente è situata all'interno di quella più antica.
Le due caldere si sono originate a seguito di eruzioni vulcaniche avvenute rispettivamente 39.000 anni e 15.000 anni fa.

Ciclicamente, tra episodi eruttivi di diversa intensità, può verificarsi un'eruzione principale nel corso della quale viene emessa una grande quantità di magma che letteralmente svuota la camera magmatica.
Tale svuotamento provoca il collasso della crosta sovrastante e quindi causa la formazione di un enorme cratere (cioè la caldera).
Nella fase post-collasso progressivamente la camera magmatica si ricarica di magma.
A proposito di camere magmatiche secondo alcuni esperti i Campi Flegrei e il Vesuvio sono collegati da una sorgente profonda in comune.




Le eruzioni del passato

Non è chiaro quando sia iniziata l'attività vulcanica dei Campi Flegrei infatti, attraverso perforazioni, sono state individuate sequenza di lava risalenti a 2 milioni di anni fa ma i prodotti vulcanici più antichi in affioramento hanno un’età di circa 60.000 anni.
Negli ultimi 60mila anni i Campi Flegrei hanno alternato fasi di attività frequente a fasi di riposo ma fra tutte le eruzioni avvenute nel periodo in esame, spiccano i due eventi che originarono la caldera vulcanica dell'Ignimbrite campana (39.000 anni fa) e la caldera del Tufo giallo napoletano (15.000 anni fa).

L'eruzione dell'Ignimbrite campana fu la più devastante (VEI 7) mai prodotta dai Campi Flegrei e una fra le più forti di sempre a livello mondiale.
Le colate di lava e di materiale vulcanico raggiunsero aree lontane oltre 50 km, la cenere raggiunse i 40 km di altezza e in totale furono eruttati 150 km cubici di magma.


eruzione campi flegrei
Licenza Shutter Stock


In pratica oltre 100mila volte il volume del Colosseo.
Quindi immaginate centomila Colossei uno sopra all'altro e avrete il volume totale di magma che fu eruttato in quel tragico evento.
Questa eruzione tra l'altro ricopri quasi tutta la regione Campania con uno strato di tufo spesso in alcuni punti anche 100 metri !


La caldera dei Campi Flegrei si formò proprio al termine di quest'incredibile eruzione perchè camera magmatica essendo ormai vuota non riuscì più a sostenere la crosta terrestre sovrastante.
Nel corso dei millenni poi la camera magmatica si riempì nuovamente di magma a tal punto che 15mila anni fa ebbe luogo un'altra colossale eruzione vulcanica.
Essa formò la caldera del "Tufo Giallo napoletano" (la quale è leggermente più piccola e situata all'interno della depressione formatasi con l'eruzione dell'Ignimbrite campana).


A causa di tali eruzioni e per via dell'enorme camera magmatica i Campi Flegrei sono anche considerati - dall'opinione pubblica - come un vero e proprio "supervulcano".
A detta di alcuni scienziati inglesi, qualora esplodesse, come avvenuto migliaia di anni fa, potrebbe distruggere mezza Europa e cancellare del tutto il Sud-Italia.

La storia eruttiva dei Campi Flegrei è ciclica :

  1. il vulcano erutta
  2. collassa formando la caldera vulcanica
  3. poi la camera magmatica si riempie
  4. successivamente erutta e collassa nuovamente



Questo processo in realtà è osservabile in altri vulcani presenti sul nostro pianeta come ad esempio il Santorini (in Grecia) o il vulcano Krakatoa (Indonesia), ma il problema in questo caso è che i Campi Flegrei si estendono su un'area vastissima e dispongono di una camera magmatica veramente enorme.
In merito a quest'ultimo aspetto secondo molti studi i Campi Flegrei e il Vesuvio sono collegati da una sorgente magmatica profonda.

Per quanto riguarda l'attività vulcanica dei Campi Flegrei degli ultimi 15.000 anni può essere suddivisa in 3 epoche di intensa attività, alternate a periodi di quiescenza:

  • Prima epoca (tra 15.000 e 9.500 anni fa): sono avvenute 34 eruzioni esplosive
  • Seconda epoca (tra 8.600 e 8.200 anni fa): sono avvenute 6 eruzioni esplosive
  • Terza epoca (tra 4.800 e 3.800 anni fa): sono avvenute 16 eruzioni esplosive e 4 eruzioni di natura effusiva

In questo lasso di tempo l'attività vulcanica ha creato molti degli edifici vulcanici presenti nell'area e che abbiamo descritto nell'articolo "visitare la caldera dei Campi Flegrei".



Eruzione del Monte Nuovo

L'ultima eruzione nota è stata quella del Monte Nuovo nel 1538, verificatasi dopo un periodo di quiescenza (ovvero un "lungo sonno") durato circa 3.000 anni.
Proprio perché avvenuta dopo migliaia di anni di quiescenza l'eruzione fece molto clamore tra gli abitanti dell'epoca e fu descritta e menzionata in moltissime fonti antiche.


eruzione campi flegrei monte nuovo


Attraverso le testimonianze antiche sappiamo che l'eruzione fu anticipata già molti anni prima da intense crisi sismiche, terremoti in grado di causare danni e da un aumento emissioni gassose alla Solfatara.
Il bradisismo fu però il fenomeno precursore più chiaro ed evidente.

Nei decenni precedenti all'eruzione si verificò un sollevamento dell'area tanto intenso da far riemergere territori precedentemente sommersi nel golfo di Pozzuoli.
L’eruzione vera e propria iniziò alle 19:30 (ora locale) del 29 settembre 1538 con l’apertura di una bocca eruttiva sul fondale marino dalla quale furono espulsi materiali incandescenti.
Per quanto spettacolare e suggestivo l'intero evento durò solo 8 giorni e fu quindi tra le eruzioni vulcaniche meno violenti della storia dei Campi Flegrei.




Bradisismo flegreo

Il fenomeno vulcanico più evidente nei Campi Flegrei, nonché in un certo senso anche il più caratteristico dell'area è il bradisismo.
Il bradisismo consiste in un periodico sollevamento o abbassamento del suolo, ad un ritmo abbastanza veloce per i tempi geologici ma cosi lento che l'uomo non avverte in prima persona la variazione di altezza del suolo ma riconosce il fenomeno in atto osservando ad esempio i cambiamenti lungo le coste del mare o gli edifici che emergono o vengono sommersi (come ad esempio il mercato romano di Pozzuoli).
Il bradisismo può perciò modificare temporaneamente il paesaggio dell'area Flegrea.
Ne è un esempio la foto successiva che ritrae lo stesso luogo in 3 momenti differenti: 1954, 1985 e 2021.


darsena Pozzuoli effetti del bradisismo

(Foto di Claudio Correale, presidente dell’associazione culturale Lux in Fabula)


Si tratta della "Darsena di Pozzuoli", un luogo storico situato presso il porto di Pozzuoli, in provincia di Napoli, che da sempre è riparo per le piccole imbarcazioni e i pescatori della città.
Il mare che lambisce il piccolo porticciolo di Pozzuoli si sta ritirando e le barche ormai toccano quasi il fondale.
Ciò è causato proprio dal fenomeno vulcanico del bradisismo.
Nel 1954 il livello del mare nella Darsena era più alto perché il sollevamento del suolo non era così accentuato come oggi e come negli anni '80.

Al momento è in atto un forte sollevamento dell'area flegrea.

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I terremoti nei Campi Flegrei sono in aumento !

Purtroppo all'importante sollevamento dell'area dei campi flegrei, fenomeno noto come "bradisismo", si accompagna un'intensa attività sismica che sta progressivamente destando preoccupazioni sempre maggiori tra coloro che vivono all'interno della caldera vulcanica dei Campi Flegrei.
Nel 2018 sono stati registrati 396 terremoti, praticamente oltre il doppio rispetto al 2017 e negli ultimi anni la situazione è solamente peggiorata.
Su Mapsism puoi seguire l'attività sismica consultando la nostra lista terremoti o la mappa ultimi terremoti.

Analizzando i dati pubblicati mensilmente nei bollettini INGV abbiamo creato un grafico che mostra l'andamento dell'attività sismica nell'area flegrea.
Il grafico è estremamente semplice da leggere: ogni barra rossa indica un anno (a partire dal 2013) e per ciascuno è riportato il numero di terremoti registrati nell'area dei Campi Flegrei nel corso di quell'anno.

L'aumento dell'attività sismica è causato dal bradisismo: attualmente è in atto il sollevamento dell'area e ciò stressa le rocce circostanti causando terremoti che, di pari passo al sollevamento, diventano sempre più frequenti e forti.


i terremoti nei campi flegrei sono in aumento


Nel 2020 sono stati registrati 1520 terremoti, praticamente quasi il doppio rispetto ai 799 eventi sismici registrati nel 2019.
(per un'analisi più accurata bisognerebbe calcolare l'energia totale liberata da tutti gli eventi di anno in anno).
A conferma di quanto detto poco sopra, anche la "velocità" di sollevamento del suolo è aumentata nel corso del tempo.


Per quanto preoccupante ciò NON DEVE allarmare perché nel recente passato sono avvenute crisi bradisismiche ben peggiori, come successo nel 1982-1984 (anni durante i quali vi fu sollevamento del suolo maggiore rispetto a quello attuale) !
Numeri impressionanti ai quali NON seguì alcuna eruzione.
Quindi continuiamo a monitorare la situazione perché in molti, in passato, hanno affermato che l'attuale fase potrebbe evolvere criticamente come avvenuto negli anni 80.


Attualmente però non esiste il rischio di un'eruzione imminente dei Campi Flegrei poiché il "risveglio" sarebbe preceduto da un ulteriore aumento dell'attività sismica, deformazioni del suolo e variazioni nella composizione chimica delle fumarole vulcaniche presenti nell'area.
Nonostante ciò, dal monitoraggio sismico, dalle deformazioni del suolo e dalle emissioni di gas, da alcuni anni si evidenziano alcune variazioni nell'attività del vulcano che hanno spinto la comunità scientifica a elevare l'allerta per i Campi Flegrei al livello Giallo (la scala è costituita da 4 livelli di allerta: verde, giallo, arancione, rosso).




Sfruttamento geotermico dei Campi Flegrei

Da svariati anni è stata proposta la realizzazione di un impianto geotermico nell'area flegrea finalizzato allo sfruttamento energetico del calore imprigionato nel sottosuolo, come quotidianamente già avviene in Islanda e in altre aree vulcaniche del pianeta.
Un'idea probabilmente estremamente vantaggiosa in termini energetici ma di difficile (e pericolosa) realizzazione in un'area instabile come quella dei Campi Flegrei, fortemente urbanizzata, soggetta al fenomeno del bradisismo e ad un’attività sismica in netto aumento ormai da alcuni anni.

A tal proposito nel 2017 fu bocciato un progetto proposto dalla società “Geoelectric srl” per la realizzazione di un impianto geotermico pilota nell’area del Permesso di Ricerca “Scarfoglio”, una zona a cavallo tra il Comune di Pozzuoli e il quartiere napoletano di Agnano.
(in quella circostanza lo scavo avrebbe raggiunto gli 800 metri di profondità e sarebbero stati realizzati pozzi per l'iniezione di fluidi nel sottosuolo).


La Regione Campania motivò la decisione affermando che il territorio dei Campi Flegrei è connotato da notevoli rischi ambientali ed antropici:

  • rischio sismico con bradisismo ricorrente
  • rischio vulcanico
  • delicato equilibrio idrogeologico
  • presenza diffusa di edifici con caratteristiche non antisismiche
  • immenso patrimonio archeologico e culturale estremamente vulnerabile



Eppure nonostante ciò nel mese di Giugno 2020 i Campi Flegrei sono tornati nuovamente al centro dell'attenzione per via della realizzazione di un pozzo geotermico nell'area di Agnano, non lontano dalla fumarola di Pisciarelli.
La perforazione riguardò un progetto di ricerca e sviluppo portato avanti dalla società Graded, da alcune Università, dal CNR e dallo stesso INGV.
Il fine del progetto GEOGRID era finalizzato allo sfruttamento dell'energia geotermica dei Campi Flegrei realizzando impianti ad elevata efficienza energetica.
Il pozzo fu realizzato ad Agnano (un vulcano quiescente) e doveva servire appunto per la fase sperimentale del progetto GEOGRID, ma lo sviluppo di un'intensa fumarola vulcanica alta decine di metri mandò letteralmente nel panico gli abitanti del posto.
Nei giorni successivi alle proteste dei cittadini di Agnano e Pozzuoli furono eseguite indagini geochimiche da parte dell'INGV che hanno riguardato il campionamento dei fluidi emessi dalla perforazione e da un pozzo preesistente situato a circa 30 metri di distanza.
I risultati hanno mostrato una composizione simile a quella dei fluidi naturalmente emessi dalle fumarole presenti in area Pisciarelli – Solfatara.

A titolo personale si è espose anche il vulcanologo Mastrolorenzo, da sempre contrario allo sfruttamento geotermico dei Campi Flegrei, affermando che
"è giusto bloccare la trivellazione in un'area estremamente critica in quanto potrebbero generarsi terremoti indotti, anche di notevole intensità, e causare la dispersione di gas nelle falde."
A seguito delle accese proteste il pozzo fu poi richiuso.




Campi Flegrei in 3D

Nell'Ottobre 2019 è stata pubblicata una ricerca su Nature, condotta dai ricercatori dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ov-Ingv) in collaborazione con l'Università Federico II di Napoli, che ha permesso di ricostruire in 3D l'area dei Campi Flegrei e in particolar modo il vulcano Solfatara, la zona di degassamento di Pisciarelli e la piana di Agnano.

Attraverso la tecnica della "tomografia a resistività elettrica profonda (ERT)" si è finalmente riusciti ad ottenere un modello 3D dei primi 500 metri del sottosuolo del supervulcano flegreo.
Nello specifico è stato ricostruito il vulcano Solfatara appurando che si tratti di un maar, ovvero una cavità a forma di imbuto che costituisce un cratere formatosi a seguito di eruzioni freatiche o freato-magmatiche.
L'area di Pisciarelli è stata indagata scoprendo invece che i gas emessi hanno origine a grandi profondità e fluiscono mediante un condotto attraversato da numerose faglie.


ricostruiti i campi flegrei in 3D

(estratto dall'articolo completo Ricostruiti i Campi Flegrei in 3D - Fonte: https://www.nature.com/articles/s41598-019-51568-0)

Mappa Campi Flegrei





I parametri geofisici e geochimici sono in aumento

Secondo i risultati della ricerca pubblicati sul "Journal of Volcanology and Geothermal Research" il 15 Luglio 2019 (l'abstract disponibile da Luglio e la versione completa con il volume di Ottobre) nel 2019 in questa delicatissima area vulcanica si sarebbero registrate significative variazioni dei parametri geochimici e geofisici ed un’estensione della zona di degassamento.
Solo confrontando i dati geochimici misurati a partire dal 2014 con i campionamenti registrati negli anni precedenti e considerando la sismicità e le deformazioni del suolo, è stato possibile ricostruire l'andamento generale di tutti i valori misurati negli ultimi anni.

Dunque eccezion fatta per un'unica "pausa" avvenuta nel Giugno 2017 da qualche anno ormai è in atto un generale aumento di tutti i parametri geochimici e geofisici !
Ne è un esempio il flusso di CO2 che dal 2012 è addirittura aumentato del 300%.
I vulcani emettono gas mediante le classiche fumarole o attraverso un degassamento diffuso del suolo ma negli edifici vulcanici come i Campi Flegrei, dove vi è un sistema idrotermale tra la camera magmatica e la superficie, le emissioni gassose (nonché anche gli altri parametri) possono essere causate sia dalla risalita di magma che da processi che interessano il sistema idrotermale.

Stando alla ricerca inoltre anche la pressione stimata per il sistema idrotermale dei Campi Flegrei, il sollevamento del suolo e la sismicità sarebbero in aumento.
L’evoluzione di tutti i parametri geofisici e geochimici potrebbe essere causata dalla risalita di fluidi vulcanici dal serbatoio magmatico dei Campi Flegrei (con conseguente pressurizzazione del sistema idrotermale).

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Simulazione eruzione Campi Flegrei

Considerando l'aumento dei vari parametri chimici e geofisici, nonché la crescente preoccupazione degli abitanti partenopei, in molti hanno provato a simulare una futura eruzione dei Campi Flegrei.

A tal proposito il seguente video caricato su Youtube, realizzato dall'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia), mostra la simulazione di un'eventuale eruzione Pliniana generata dai Campi Flegrei:





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