Vesuvio
- Nazione
- Tipologia
- Ultima attività
- Latitudine
- Longitudine
- Elevazione
- Italia
- Stratovulcano
- 40.821° N
- 14.426° E
- 1281 m
- (Guarda anche la mappa completa dei vulcani attivi)
Descrizione Vesuvio
Il Vesuvio è probabilmente il vulcano più monitorato al mondo e conosciuto in ogni angolo del pianeta per la violenta eruzione avvenuta nel 79 d.C. a causa della quale furono distrutte le antiche città romane di Pompei ed Ercolano.
La storia eruttiva del Vesuvio è particolarmente turbolenta ed esplosiva, per tale motivo è costantemente monitorato da vulcanologi e geologi.
Photo by Judi Smith on Unsplash
Alle sue pendici vivono milioni di persone e in caso di eruzione le conseguenze sarebbero a dir poco catastrofiche.
Purtroppo non esiste altro vulcano attivo nei pressi del quale vi è una così elevata densità abitativa come quella presente nell'area partenopea.
Sin dal 1841 è presente l'Osservatorio Vesuviano, fondato dal re delle due Sicilie Ferdinando II di Borbone, che monitora il vulcano e i parametri chimici e geofisici, fondamentali per comprendere il rischio eruzione.
Il monitoraggio riguarda l'attività sismica (in genere trassi di terremoti molto deboli), la composizione chimica dei gas delle fumarole vulcaniche e le deformazioni del suolo.
INDICE
Che tipo di vulcano è il Vesuvio ?
Il Vesuvio è uno stratovulcano, ovvero un vulcano a cono di tipo esplosivo e dai fianchi molto ripidi, situato all'interno di una caldera vulcanica cioè una depressione di forma circolare.
The Dronaut, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
La piccola caldera è larga 4 km e costituisce ciò che è rimasto dell'antico edificio vulcanico, ovvero il Monte Somma, parzialmente crollato a causa dell'eruzione del 79 d.C.
A differenza di molti altri vulcani, come ad esempio l'Etna, il Vesuvio è noto per le sue eruzioni particolarmente distruttive.
A proposito della famosa eruzione del 79 d.C. pare che l'esplosione abbia causato il crollo del versante sud del Monte Somma in corrispondenza del quale, successivamente, si è formato il cono attuale che oggi identifichiamo col nome Vesuvio e che gli esperti chiamano Gran Cono.
Per tale motivo l'intero complesso "Monte Somma - Vesuvio" è classificato come vulcano a recinto o annidato, ovvero dove vi è un cono vulcanico all'interno di una caldera.
Caratteristiche Vesuvio
- è uno stratovulcano;
- ha prodotto molte eruzioni esplosive;
- il Vesuvio è situato all'interno del Monte Somma;
- il complesso "Monte Somma - Vesuvio" è definito come vulcano a recinto;
Il Vesuvio è un vulcano attivo ?
Il Vesuvio è un vulcano attivo nonostante l'ultima eruzione risalga al secolo scorso.
Tecnicamente quindi si tratta di un vulcano quiescente.
Pietro Antoniani (1740/50–1805), Public domain, via Wikimedia Commons
Dal punto di vista geologico pare che la zona del Vesuvio sia soggetta ad attività vulcanica da circa 400.000 anni anche se, tuttavia, gli studi suggeriscono che l'edificio vulcanico si sia formato circa 30mila anni fa nelle profondità del Golfo di Napoli.
Il vulcano, un tempo sottomarino, emerse creando una piccola isola e nel tempo si unì alla terraferma mediante il materiale vulcanico espulso durante le numerose eruzioni.
Negli ultimi 19000 anni si sono alternati periodi di relativa calma a distruttive eruzioni vulcaniche.
Tra queste spicca l'eruzione "Avellino" avvenuta forse 3800 anni fa e nota per l'aver seppellito l'area dove oggi sorge Napoli distruggendo numerosi insediamenti risalenti all'età del Bronzo.
Durante l'eruzione del 1631, la più violenta dopo quella del 79 d.C., persero la vita oltre 4000 persone.
In seguito vi furono altre eruzioni meno devastanti, sempre esplosive ma in alcuni casi accompagnate anche da fontane e colate di lava.
Ad esempio nel maggio 1855, una grande colata di lava incandescente, larga ben 70 metri, fluì verso un profondissimo crepaccio creando una sorta di cascata di fuoco.
Unknown authorUnknown author, Public domain, via Wikimedia Commons
L'ultima eruzione del Vesuvio risale al Marzo del 1944, durante la quale fontane di lava si innalzarono dal cratere fino ad un'altezza di 800 metri e a causa della quale la cenere vulcanica ricoprì gran parte del sud Italia.
La nube vulcanica raggiunse i 5 km di altezza mentre i paesi più danneggiati dai depositi piroclastici furono Terzigno, Pompei, Nocera, Angri, Poggiomarino, Scafati e Cava.
Fortunatamente Napoli fu favorita dalla direzione dei venti che allontanarono dalla città la nuvola di cenere e lapilli vulcanici.
Da allora il Vesuvio è un vulcano a condotto ostruito.
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Dove si trova il Vesuvio ?
Il Vesuvio si trova nel Sud Italia, in Campania, a pochi chilometri dal centro storico di Napoli.
Domina il golfo di Napoli ed è distante meno di 20 chilometri dal vulcano Campi Flegrei.
Altezza Vesuvio
Il Vesuvio è alto circa 1281 metri ma l'altezza dell'edificio vulcanico è variata nel corso del tempo a causa delle numerose eruzioni.
Stando a uno studio del 1999 in passato il complesso "Vesuvio-Monte Somma" potrebbe aver sfiorato i 2000 metri di altezza !
Photo by Francesco Baerhard on Unsplash
Quasi un colosso rispetto ai 1280 metri attuali ma il Vesuvio non è un gigante buono come l'Etna, ha un passato estremamente turbolento durante il quale le eruzioni hanno contribuito a modellare e distruggere quell'ancestrale e antico edificio vulcanico noto come "Monta Somma".
Attualmente è rimasta solo una porzione del bordo calderico di questo antico vulcano e infatti ciò che noi oggi definiamo Vesuvio è in realtà un grande cono formatosi solo in tempi più recenti.
I vulcanologi credono che la vetta del Monte Somma abbia raggiunto i 1900 metri di altitudine almeno fino a 19000-18000 anni fa quando una tra le più forti eruzioni della storia del vulcano partenopeo, nota come "eruzione delle pomici di Base", distrusse l'edificio vulcanico creando un'enorme caldera vulcanica.
A onor del vero le ricostruzioni basate sulla pendenza dei fianchi sono state realizzate ricongiungendo apparati differenti.
Inoltre negli ultimi 300 anni di attività il vulcano, dopo l'eruzione del 1631, ha raggiunto la quota di equilibrio (galleggiamento neutro) e difficilmente può essere stato differente in passato.
(Ricostruzione basata sul lavoro di Cioni et al., 1999)
Eruzione Vesuvio 79 d.C.
L'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. fu tra le più violenti e distruttive della storia del vulcano.
Prima di questa catastrofica eruzione, avvenuta probabilmente il 24 Ottobre del 79 d.C., il Vesuvio non doveva certamente apparire come oggi, arido e privo di vegetazione.
Photo by Andy Holmes on Unsplash
Numerosi scrittori antichi lo descrissero con terreni molto fertili, coperto da vigne e orti.
A tal proposito basti pensare che nel 73 a.C., durante la terza guerra servile, il famoso gladiatore Spartaco e i suoi seguaci, rifugiati sul Vesuvio, riuscirono a fuggire dall'esercito romano utilizzando i tralci delle viti, che ricoprivano le pendici del monte, come corde per calarsi lungo un fianco del vulcano molto ripido e perciò non sorvegliato dai soldati.
Dunque l'eruzione del 79 d.C. modificò pesantemente la morfologia dell'edificio vulcanico e dei territori circostanti, distruggendo le città di Ercolano, Pompei, Oplontis e Stabia.
Secondo una stima di Plinio il Giovane, testimone del fenomeno assieme allo zio Plinio il Vecchio morto quest'ultimo durante l'evento, la colonna eruttiva prodotta dal Vesuvio durante l'eruzione potrebbe aver raggiunto i 26 chilometri di altezza.
Le città di Pompei e Stabia furono sommerse da una pioggia di pomici, bombe vulcaniche, cenere e lapilli e da materiale eruttivo spesso fino a 10 metri.
La città di Ercolano fu invece investita e sepolta da una nube piroclastica di incredibile violenza.
Infatti la differente consistenza dei materiali eruttivi ha reso nel tempo più difficili le operazione archeologiche nell'area di Ercolano.
Dal punto di vista vulcanico l'eruzione è detta Pliniana poiché prende il nome da Plinio il giovane che per primo descrisse questo tipo di eruzione.
Prossima eruzione Vesuvio ?
Attualmente la scienza non è in grado di prevedere quando avverrà la prossima eruzione del Vesuvio ma geologi e vulcanologi sono certi che in futuro prima o poi il vulcano tornerà nuovamente ad eruttare.
Il Vesuvio è un vulcano attivo e solo dal 1631 al 1944, in circa 3 secoli, ha prodotto più di 20 eruzioni.
Nel tempo il numero di abitanti situati alle pendici del vulcano è aumentato sempre di più, ragion per cui sono in molti a temere una nuova eruzione e quindi una vera e propria catastrofe umanitaria.
Dalle ricerche è emerso inoltre che le eruzioni su media scala avvengono all'incirca ogni 4-5 secoli e l'ultima di tale intensità fu nel 1631.
Probabilmente - o quantomeno si spera - il prossimo episodio eruttivo potrebbe essere anticipata da un intenso sciame sismico.
A differenza però dei Campi Flegrei dove a causa del bradisismo è in atto da alcuni un aumento dell'attività sismica, il numero dei terremoti registrati nell'area del Vesuvio è più o meno costante.
La camera magmatica del Vesuvio
Secondo numerosi studi la camera magmatica del Vesuvio è posta a circa 8 chilometri di profondità.
A tal proposito sulla base di una ricerca del 2001, condotta dalle Università di Napoli e di Nizza, sappiamo che il magma si estende su un'area vasta circa 400 chilometri quadrati.
Gli studi di tomografia sismica, grazie ai quali (studiando la propagazione delle onde sismiche nel terreno) è possibile effettuare una sorta di scansione 3D del sottosuolo, escludono quindi vi sia una "seconda" camera magmatica posta più in superficie, ad una profondità di 3-4 chilometri.
Queste indagini hanno permesso di individuare a tali profondità il sistema idrotermale del Vesuvio, responsabile in alcuni casi (come negli anni 70 e tra il 1999 e 2000) di sciami sismici di una certa importanza.
Secondo gli studi petrologici è invece esistita una camera magmatica superficiale posta a circa 3 chilometri di profondità che ha alimentato molte eruzioni, come quella di Pollena del 472 d.C., quella del 1631 e le più recenti del 1906 e 1944.
Gli studiosi sono perciò certi dell'esistenza di una camera magmatica profonda ma in merito alla presenza o meno di una seconda riserva magmatica non c'è unanimità.
Addirittura non si esclude un profondo collegamento tra Campi Flegrei e Vesuvio.
Comunque a proposito dei terremoti del Vesuvio essi non devono destare preoccupazione se avvengono a profondità molto superficiali.
L'area del gran cono del Vesuvio è interessata da fenomeni di "subsidenza", cedimento o sprofondamento (assolutamente normale), causati dalla sedimentazione e dal compattamento dell'edifico vulcanico.
In altre parole ci sono depositi meno coerenti e consolidati rispetto ad altre zone del vulcano.
Gli sciami sismici del Vesuvio dovrebbero destare preoccupazione solo se localizzati a grandi profondità.
Come detto poco sopra la camera magmatica è posta a circa 8-10 chilometri di profondità e più in superficie, a 3-4 chilometri di profondità, è presente il sistema idrotermale del vulcano, il quale in passato ha causato alcuni sciami sismici
Piano di evacuazione Vesuvio e Campi Flegrei
Il 19 Giugno 2019 è stato firmato un accordo tra la Campania e le altre regioni italiane che prevede la distribuzione di oltre un milione di abitanti residenti nei 31 Comuni compresi nella zona rossa dell'area vesuviana e dei 7 Comuni dell'area Flegrea.
È un risultato importantissimo perché la pianificazione dell'emergenza Vesuvio è iniziata nel 1984 mentre di questi protocolli se ne parlava addirittura nel lontano 2002.
Un piano di evacuazione che rappresenta però solo l'inizio di un percorso di preparazione a possibili eventi che necessitano la definizione di tutti i dettagli per gli abitanti dei comuni coinvolti.
Secondo il piano di evacuazione (che interessa 1.155.000 abitanti) i cittadini del Vomero sarebbero sfollati tra il Piemonte e la Valle d'Aosta; quelli dell'Arenella in Veneto; Chiaiano e Scampia in Friuli Venezia Giulia; Soccavo in Emilia Romagna; Chiaia e una parte di San Ferdinando andranno in Sicilia; Posillipo andrà in Sardegna.
Per le periferie, invece, sono state scelte le regioni più vicine dove Bagnoli sarà gemellata con la Basilicata e la Calabria mentre Fuorigrotta col Lazio.
Gli abitanti di Pianura saranno distribuiti in Puglia.
Una distribuzione a livello nazionale che speriamo non si renda mai necessaria ma che dimostra ancora una volta la solidarietà del popolo italiano.
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