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Vulcani sottomarini nel Canale di Sicilia



Grazie ad un accurata analisi delle mappe dei fondali marini siciliani e attraverso prospezioni magmatiche e sismiche, nel corso del 2019 i ricercatori dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, hanno scoperto 6 nuovi vulcani di fronte alla costa sud-occidentale della Sicilia.
In particolare nel corso delle due campagne geofisiche condotte a bordo della nave da ricerca "Ogs Explora" i ricercatori hanno constatato che tutti i nuovi vulcani si trovano entro 22 km dalla costa e che addirittura il più vicino - chiamato "Actea" - sarebbe distante in linea d'aria solo 7 km.
Tutte le strutture sottomarine individuate si sono formate oltre 20mila anni fa, si trovano ad una profondità (sotto il livello del mare) tra i 180 e i 400 metri e hanno un diametro che varia tra i 400 e 1200 metri.
Nonostante questa incredibile scoperta, contrariamente a quanto si possa pensare, quel tratto di mare è però molto "attivo" dal punto di vista vulcanico.

Infatti dovete tener presente che tutti i vulcani appena scoperti sono situati a pochi chilometri dal Banco Graham, una zona che nel 1831 fu interessata da un'importante eruzione sottomarina che portò alla formazione della famosa Ferdinandea, un'isola che crebbe fino a 65 metri di altezza e che riuscì a sopravvivere solo per pochi mesi alla forte azione erosiva del vento e del mare.
L'isoletta sin da subito suscitò l'interesse di alcune potenze europee, che nel mar Mediterraneo cercavano luoghi strategici sia dal punto di vista mercantile che militare.
A tal proposito il 24 agosto 1831 giunse sul posto il capitano Jenhouse, che vi piantò la bandiera britannica, chiamando l'isola "Graham".

Per tale motivo ancora oggi il nome "Banco di Graham" è utilizzato nella cartografia per indicare il banco sottomarino che costituisce l'area su cui si trovava l'isola Ferdinandea.
Successivamente le dispute internazionali hanno coinvolto non solo l'Inghilterra e l'allora "Regno delle due Sicilie" ma anche la Francia, intenzionata a rivendicare la nuova isola.

Attualmente la punta del vulcano sottomarino dell'isola Ferdinandea si troverebbe a soli 8 metri sotto il livello del mare.
Insomma un'area, quella del Canale di Sicilia, veramente interessante dal punto di vista vulcanico che però non conosciamo ancora del tutto.
Considerate infatti che nessuno di questi edifici vulcanici era stato precedentemente riportato né nelle carte nautiche comunemente utilizzate, né nelle mappe batimetriche disponibili fino ad oggi.


Una grave mancanza che è stata in parte colmata solo ai giorni d'oggi e che sarà di fondamentale importanza per comprendere meglio il fenomeno, talvolta violento, delle eruzioni sottomarine.
Episodi eruttivi che in passato, come avvenuto nel Novembre 1963 di fronte alla costa meridionale dell'Islanda, in grado di generare nel giro di pochi giorni un'isola di modeste dimensioni.
L'eruzione sottomarina creò infatti ciò che oggi è nota come isola Surtsey.
L'attenzione dei ricercatori è rivolta verso "Actea", non solo perché trattasi della struttura più vicina alla costa sud-occidentale della Sicilia ma anche per la sua particolare morfologia e per la presenza, lungo uno dei suoi fianchi, di un importante flusso lavico che si estende per oltre 4 chilometri.
Si tratterebbe infatti di una colata lavica di enormi dimensioni, paragonabile solo a quella dei grandi apparati vulcanici.

Una vera e propria novità per questo settore del Canale di Sicilia !
Inoltre Actea sarebbe l'unico dei vulcani appena scoperti a mostrare segni di una riattivazione più recente.
Le sei strutture sono state chiamate Actea, Climene,Nesea, Doride, Ianeira e Ianassa.
(se ci pensate la Sicilia è la regione con più vulcani d'Italia, basti pensare all'Etna o ai vulcani delle isole Eolie come lo Stromboli).


Un secondo studio, condotto da un team di ricercatori dell’INGV, ha identificato e descritto morfologicamente due campi vulcanici sottomarini situati a poche decine di chilometri dalle coste di Sciacca.
Lo studio pubblicato sulla rivista “Frontiers in Earth Science” ha permesso di migliorare le conoscenze proprio del banco Graham scoprendo che nel campo vulcanico vi sarebbero piccoli coni vulcanici posti su un fondale la cui profondità varia tra 150 e 250 metri e aventi altezze variabili tra 100 e 150 metri.
Oggetto di studio è stato inoltre un ulteriore campo vulcanico, denominato "Terribile Volcanic Field", costituito da una trentina di piccoli conetti di età maggiore rispetto a quelli del Graham.

L'aspetto più interessante dello studio sta nell'aver scoperto che il vulcanismo dell'area si concentri lungo una faglia trascorrente, dunque in un ambiente molto diverso da quelli tipici in cui si osserva attività vulcanica come ad esempio le zone di subduzione o le dorsali oceaniche.
Gli scienziati hanno inoltre individuato numerosi depositi di frane sottomarine e depressioni causate forse dalla violenta emissione di gas (pockmarks) nei pressi dei due campi vulcanici studiati.
Se vi interessa seguire l'attività sismica a livello globale o scoprire dove sono avvenuti gli ultimi terremoti vi ricordiamo che su Mapsism è presente un'intera sezione dedicata alla sismologia.

In conclusione da oggi avete un motivo in più per visitare quel lembo di terra compreso tra le meravigliose località di Mazara del Vallo e Sciacca.
Non è però affascinante e allo stesso tempo inquietante pensare di farsi un bel bagno in acque "infestate" da vulcani sottomarini ?
Non credete ?




Fonti articolo:
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/feart.2019.00311/full
https://www.ilmessaggero.it/scienza/vulcani_sicilia_nuovi_isola_ferdinandea_31_luglio_2019-4651272.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Isola_Ferdinandea
https://it.wikipedia.org/wiki/Surtsey

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