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Prevedere i terremoti con le maree solide



Dopo anni di studio, teorie e un perenne osteggiamento da parte di una comunità scientifica costituita perlopiù da geologi inquisitori, un recentissimo studio conferma che la Luna e il Sole possono influenzare il movimento delle placche tettoniche e l'attività sismica a livello globale.
I terremoti si concentrano lungo i margini esistenti tra le varie placche tettoniche in quanto i movimenti tra le stesse zolle determinano nel corso del tempo un accumulo di "tensione" lungo le faglie attive.

Secondo lo studio pubblicato su ScienceDirect condotto da Davide Zaccagnino, Francesco Vespe e dal presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Carlo Doglioni, il movimento delle placche tettoniche sarebbe influenzato da alcune forze astronomiche e in particolar modo dal fenomeno delle maree solide.
La marea è un fenomeno periodico che ogni giorno si osserva sul nostro pianeta.
E' causato dall'attrazione gravitazionale esercitata dalla Luna nei confronti della Terra e provoca un'importante variazione del livello del mare.
Oltre alle "normali maree" esistono però anche le maree solide, infatti quella stessa attrazione gravitazionale capace di far variare temporaneamente il livello del mare, è in grado di deformare OGNI GIORNO la crosta terrestre "stirandola" orizzontalmente e sollevando o abbassando il suolo di svariati centimetri.

Gli scienziati dell’Università Sapienza di Roma, dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dell’INGV hanno dimostrato che la velocità di movimento delle placche tettoniche è influenzata dalla maree solide e che tale velocità varia a seconda di quanto sia intenso il fenomeno astronomico appena descritto.
La correlazione tra maree solide e terremoti è stata molto dibattuta negli ultimi decenni e in genere è stata considerata solo l'influenza verticale della marea (tradotto in parole povere l'abbassamento o il sollevamento del suolo) tralasciando la componente orizzontale delle maree.


Facciamo un semplice esempio.
A mezzogiorno il Sole sta sollevando la crosta terrestre di 3 centimetri ma al tramonto "il suolo" si sarà già abbassato ritornando all'altezza iniziale.
Discorso diverso per la deformazione orizzontale della crosta terreste che continuerà a persistere anche dopo il "passaggio" del Sole.


Infatti secondo tale studio l'attività sismica della Nuova Zelanda sembra variare in base allo stress orizzontale generato dalle maree solide.
Nello specifico pare che i forti terremoti non si distribuiscono uniformemente nel tempo e che gli eventi sismici causati da faglie trascorrenti si verifichino soprattutto in periodi di minor stress mareale.
Le faglie inverse si attiverebbero invece durante periodi di stress maggiore proprio come per il terremoto di magnitudo 7.8 avvenuto nel 2016.

Lo studio è estremamente complesso e come potete immaginare abbiamo provato a renderlo il più chiaro possibile.
L'articolo è rivolto a chi ha un'apertura mentale come noi ed è in grado di intravedere i progressi della Scienza.
Il traguardo ora è un po’ più vicino e presto forse riusciremo a prevedere i terremoti con largo anticipo.
A tutti gli altri, agli inquisitori che da sempre etichettano tali studi come barzellette diciamo invece che noi non saremo mai protagonisti di alcuna abiura.
La Scienza va avanti solo grazie ai visionari.


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