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Prevedere i terremoti monitorando l'atmosfera



Schiere di scienziati e ricercatori, da anni, studiano il sottosuolo e le più piccole anomalie nella speranza di trovare la chiave che possa aprire la strada per prevedere i terremoti in anticipo.
Tra coloro che hanno scelto di utilizzare le proprie competenze e il proprio tempo per raggiungere un obbiettivo che per ora sembra utopistico, vi è un gruppo di studiosi, ancora più ristretto, che alza i propri occhi al cielo perché convinto di trovare la chiave di volta monitorando l'atmosfera.
In effetti potrebbe sembrare assurdo credere di poter prevedere terremoti interpretando precursori sismici osservabili nel cielo e non nel terreno dove sono effettivamente presenti le faglie e le strutture che generano l'attività sismica.


Eppure sono anni che si parla di questo bizzarro collegamento, una sorta di "comunicazione" tra cielo e terra.
A tal proposito circa un mese fa sulla rivista Scientific Reports è stato pubblicato un importante studio condotto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e dall'azienda Planetek Italia.

Secondo i ricercatori esiste una possibile spia dei terremoti nell’atmosfera terrestre, in particolare nella ionosfera, uno strato compreso tra 60 e 1.000 chilometri di altezza.
Nello specifico analizzando i dati raccolti in una regione della ionosfera posta a circa 500 chilometri di quota, da parte dei 3 satelliti artificiali del Progetto Swarm (finalizzato allo studio del campo magnetico terrestre), sono state notato anomalie elettromagnetiche registrate poco prima dell'accadimento di forti eventi sismici (ovvero con una magnitudo superiore a 5.4).

Il dirigente di Ricerca dell'Ingv Angelo De Santis, nonché primo autore dell'articolo, ha affermato che «L’importanza di questo lavoro è duplice.
Da un lato, è stato confermato statisticamente che, durante la fase preparatoria di un forte terremoto, esiste un accoppiamento tra la litosfera, dove accadono i terremoti, e la sovrastante ionosfera.
Per un altro aspetto grazie ai dati satellitari è stata confermata la legge empirica di Rikitake.
Si tratta di una legge proposta negli anni 80' per i precursori sismici del suolo secondo la quale più è lungo il tempo di anticipo del precursore e più sarà forte il terremoto
».


L'accoppiamento che lega la il sottosuolo all'atmosfera è noto con l'acronimo LAIC (che sta per Lithosphere-Atmosphere-Ionosphere Coupling) e pare che gli scienziati abbiano individuato correlazioni avvenute negli ultimi 4.7 anni !

Lo studio è di grandissima importanza perché oltre alla significativa correlazione statistica (tra anomalie e terremoti) sono stati registrati segnali nella ionosfera che in alcuni casi anticipano il sisma di oltre 2 mesi.
Consultando il database sismico di USGS sono stati considerati 1312 terremoti con magnitudo maggiore di 5.4 e con un ipocentro localizzato ad un massimo di 50 km (perché eventi sismici più profondi difficilmente possono provocare anomalie nella ionosfera).br

Nonostante le correlazioni individuate è importante ribadire che per ora purtroppo non siamo ancora in grado di fare previsioni.
Servirà ancora del tempo ma la strada ormai è tracciata.

Resta solo da capire come...
Monitorando il sottosuolo o forse osservando l'atmosfera ?
O forse riusciremo a prevedere i terremoti con le maree solide ?


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