Il Big One della faglia Himalayana
L’allarme è stato lanciato dopo la pubblicazione, su Nature Communications, di una ricerca condotta dal Politecnico di Zurigo in collaborazione con il California Institute of Technology.
Secondo questo recentissimo studio pare che la pianura indo-gangetica, ovvero una zona dell'India abitata da circa 400 milioni di persone, potrebbe essere colpita da un forte terremoto di magnitudo superiore a 8.5 !
Il terremoto verrebbe prodotto dalla temutissima Faglia Himalayana già responsabile di alcuni tra gli eventi sismici più forti e distruttivi di sempre, ultimo dei quali di magnitudo 7.8, avvenuto in Nepal nel 2015, responsabile di oltre 10mila vittime.
Si tratta di un thrust di oltre 2000 km che corre lungo tutta la catena montuosa dell'Himalaya.
Un Thrust in pratica è una faglia inversa/compressiva (presso la quale durante un terremoto il blocco di roccia si muove verso l'alto rispetto all'altro blocco di roccia) e che perciò sovrappone terreni più antichi su terreni più recenti.
In genere i thrust sono presenti lungo i margini tettonici compressivi, ovvero quando una placca tettonica converge verso un'altra.
Infatti la grande convergenza (e lo scontro) tra Placca Indiana e la Placca Euroasiatica ha causato, nel corso di milioni di anni, l'innalzamento della catena montuosa dell'Himalaya e di conseguenza la formazione di questa mostruosa faglia.
La placca Indiana muovendosi verso nord ad alta "velocità" determina perciò un aumento di tensione e di stress lungo la Faglia dell'Himalaya.
È per tale motivo che nel tempo in quest'area sono avvenuti terremoti violentissimi !
Il problema è che nella parte centrale della faglia, il settore più a rischio, è dal 1505 che non si verificano terremoti di entità superiore a 8.5 di magnitudo.
L'ultimo evento sismico avvenne il 6 Giugno del 1505 e fu di magnitudo tra 8.2 e 8.8
(in rosso l'area maggiormente a rischio per il prossimo Big One)
Dopo il sisma che colpì Kathmandu (capitale del Nepal) nel 2015 alcuni studi hanno confermato che non c'è stato nessun “rilassamento” della crosta terrestre, perciò nessun grande rilascio energetico della mega-faglia.
Come se non bastasse secondo Luca Dal Zilio, il geofisico italiano che ha coordinato la ricerca, "i terremoti di media entità in grado di provocare rotture solo parziali della faglia, come quello del Nepal nel 2015, di magnitudo 7.8, concorrono alla formazione di terremoti ancora più grandi”.
In base a quest'ultima ricerca, la faglia Himalayana per caricarsi completamente ha bisogno di 2-3 terremoti di media entità.
Nella parte centrale il primo è stato nel 1934, il secondo nel 2015.
In entrambi i casi la rottura non è arrivata fino alla superficie perciò, mi perdonino gli esperti e i più tecnici, è ancora "carica".
Purtroppo questo Big One potrebbe essere tra i più distruttivi di sempre...
(Alcune informazioni sono state estrapolate da un articolo del National Geographic e dallo studio pubblicato su Nature Communications).