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Vulcanelli di fango



I vulcanelli di fango sono delle colline, alte da pochi decimetri a svariate centinaia di metri che eruttano fango (a volte ad una temperatura di circa 60°C) e gas (principalmente anidride carbonica e azoto).


La formazione dei fanghi è da attribuire alla risalita di acqua e gas sotto pressione attraverso discontinuità strutturali in formazioni argillose o attraverso vere e proprie faglie.
Raramente sono catalogati come fenomeni di un vulcanismo secondario, infatti il più delle volte sono legati a depositi petroliferi o gassosi e si formano quando il gas fuoriesce con una tale pressione da trascinarsi acqua e materiale argilloso.

Il nostro pianeta è dissiminato di vulcanelli di fango, se ne conoscono oltre 1000 e si stima che potrebbero ammontare complessivamente a circa 10.000.
L'Azerbaijan è la stato con la più alta concentrazione di vulcanelli di fango, infatti se ne contano oltre 400 e alcuni di questi arrivano a misurare 700 metri di altezza e 10 km in diametro.
Solitamente, quando possibile, le eruzioni di fango vengono "bloccate" tramite un enorme tappo di cemento.

Anche l'Italia non è esente da questo fenomeno: ha fatto clamore la scoperta di due vulcanetti a fine 2013 nell'area di Fiumicino (Roma).


Molte volte tali fenomeni sono innescati dall'uomo: è il caso di un vulcanello di fango che ha iniziato ad eruttare nel 2006 (sull'isola di Giava) a seguito di una perforazione del suolo, e che ha portato all'evacuazione di oltre 13.000 persone.
Secondo alcuni scienziati, l'eruzione potrebbe continuare ancora per molti anni.

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